“Nanni Lasca, da ragazzo, non si rammentava altro: suo padre, compare Cosimo, che tirava la fune della chiatta, sul Simeto, con Mangialerba, Ventura e l’Orbo; e lui a stendere la mano per riscuotere il pedaggio. Passavano carri, passavano vetturali, passava gente a piedi e a cavallo d’ogni paese, e se ne andavano pel mondo, di qua e di là del fiume.
Prima compare Cosimo aveva fatto il lettighiere. E Nanni aveva accompagnato il babbo nei suoi viaggi, per strade e sentieri, sempre coll’allegro scampanellío delle mule negli orecchi. Ma una volta, la vigilia di Natale – giorno segnalato – tornato a Licodia colla lettiga vuota, compare Cosimo trovò al Biviere la notizia che sua moglie stava per partorire. – Comare Menica stavolta vi fa una bella bambina, – gli dicevano tutti all’osteria.
E lui, contento come una Pasqua, si affrettava ad attaccare i muli per arrivare a casa prima di sera. Il baio, birbante, che lo guardava di mal’occhio, per certe perticate che se l’era legate al dito, come lo vide spensierato, che si chinava ad affibbiargli il sottopancia canterellando, affilò le orecchie a tradimento – jjj! – e gli assestò un calcio secco.”
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