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“Erasmo Silvio Storace insegue le sorti del corpo a partire dalla sua ri-apparizione nella cultura occidentale. [.] Ma Storace non si ferma qui, dove si arrestano i libri colti sul corpo e quelli incolti che in questi ultimi anni sono stati in gran numero pubblicati. [.] Ad esempio, egli si sofferma sul motivo della Continuità che rifiuta la contrapposizione: qui si trova la tesi fondante l’intero impianto teorico del libro, ed è l’intuizione davvero illuminante che Storace avanza anche a proposito dell’Identità, che non si contrappone alla differenza, perché l’Identità, al pari del corpo, non è qualcosa di statico, ma “accade differenziandosi”. [.] Il libro è molto suggestivo, attentamente pensato nella sua tesi teorica ed espresso in un linguaggio poetico capace di sedurre e persuadere la mente anche di chi non si rassegna a non avere l’anima o un Io che non è padrone in casa propria.” Dalla “Prefazione” di Umberto Galimberti